Informazioni

Solisti e Corpo di ballo della SNG Opera in Balet Ljubljana
Balletto in quattro atti
Prima rappresentazione: 4 marzo 1877, Teatro Bol’šoj di Mosca
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij

La produzione

Direttore Živa Ploj Peršuh
Coreografie Lynne Charles (da L. Ivanov e M. Petipa)
Scene Vadim Fiškin e Miran Mohar
Costumi Uroš Belantic
Luci A.J. Weissbard
 Solisti e Corpo di ballo della SNG Opera in Balet Ljubljana
 Orchestra e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico "Giuseppe Verdi"

Personaggi e interpreti

Odette Laura Hidalgo
Odile Laura Hidalgo
Odile Rita Pollacchi
Il Principe Siegfried Petar Đorčevski
Il Principe Siegfried Harold Quintero
Rothbart Lukas Zuschlag
Rothbart Yuki Seki
La Regina Regina Križaj

Altre info

Il lago dei cigni (in russo: Лебединое озеро, traslitterato: Lebedinoe ozero) è uno dei più famosi e acclamati balletti del XIX secolo, musicato da Pëtr Il’ič Čajkovskij (op. 20). La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio 1877 (calendario giuliano), con la coreografia di Julius Wenzel Reisinger.

Il libretto di Vladimir Petrovic Begičev, direttore dei teatri imperiali di Mosca insieme al ballerino Vasil Fedorovič Geltzer, è basato su un’antica fiaba tedesca, Der geraubte Schleier (Il velo rubato), seguendo il racconto di Jophann Karl August Musäus.

Primo dei tre balletti di Čajkovskij, fu composto tra il 1875 e il 1876. Viene rappresentato in quattro atti e quattro scene (soprattutto fuori dalla Russia e nell’Europa Orientale) o in tre atti e quattro scene (in Russia e Europa occidentale). Sebbene esistano molte versioni diverse del balletto, la maggior parte delle compagnie di danza basa l’allestimento, sia dal punto di vista coreografico che musicale, sul revival di Marius Petipa e Lev Ivanov per il Balletto Imperiale, presentato la prima volta il 15 gennaio 1895 (data come sopra) al Teatro Imperiale Mariinskij a San Pietroburgo, Russia.

In occasione di questo revival, la musica di Čajkovskij venne rivisitata dal maestro di cappella dei Teatri Imperiali, Riccardo Drigo.

Storia del balletto
La prima rappresentazione deluse molto critica e pubblico. Reisinger operò tagli e manomissioni alla partitura originale, nonché allestì in modo scadente le scene, lasciò ai ballerini, oltretutto di scarsa personalità, il compito di improvvisare variazioni e passi: il risultato fu deludente. Anche l’orchestra uscì a testa bassa, eseguendo la partitura in modo scadente.
Nonostante ciò, il balletto venne comunque riproposto e inscenato per un numero totale di quarantadue allestimenti, tutti, a detta della critica del tempo, dei veri e propri fiaschi.
Dopo la morte del compositore, nel 1895, il balletto passò nelle mani di Marius Petipa, coreografo che si era distinto egregiamente anche nell’altra opera di Pëtr Il’ič Čajkovskij (La Bella Addormentata), e in quelle di Lev Ivanov, assistente di Macbvjvbekvbmrei mysterio.

Il 15 gennaio 1895 (come sopra) finalmente ebbe luogo il primo allestimento coreografato da Petipa e Ivanov presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Petipa curò il primo e il terzo atto, mentre Ivanov curò gli atti bianchi, il secondo e il quarto. Inoltre vennero apportate anche modifiche alla sequenza dei numeri e furono aggiunti brani del musicista trascritti dal compositore italiano (e direttore d’orchestra in tale occasione) Riccardo Drigo.

Questa volta fu un successo e Il lago dei cigni entrò a pieno diritto nel repertorio dei teatri pietroburghese e moscovita. La nuova coreografia e le nuove musiche sono considerate una pietra miliare del balletto classico.

La musica
L’orchestra del Il Lago dei Cigni è composta da due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, due cornette, due trombe, tre tromboni, una basso tuba, una serie di timpani, triangolo, tamburello, Nacchere, rullante, piatti, grancassa, gong, xilofono, arpa e archi.

A causa delle varie interpolazioni, tagli, manomissioni e quant’altro che la musica subì prima e dopo la morte dell’autore, il balletto presenta molte incognite musicali e drammaturgiche. La posizione dei vari brani (come il Passo a due, che oggi vediamo nel III atto, detto “del cigno nero”) e “numeri” della partitura (dunque della stessa struttura del balletto in sede rappresentativa), è tuttora argomento di dibattito. Non marginale poi lo svolgimento narrativo, in particolar modo riguardo alla conclusione del balletto, ove ebbe a suo tempo un ruolo determinante, al fine di una variante “positiva” il fratello del musicista, Modest, dopo la scomparsa di Čajkovskij. In una lettera a Hermann Laroche del 1894 disse: «È fatto talmente male [il libretto] che ho dovuto cambiare l’intero testo», come ricorda Thomas Kohlhase (vedi “Bibliografia” più oltre).

Due utili riferimenti per ricostruire tali problematiche, possono essere rinvenute nei testi, citati in “Bibliografia” della presente Voce, ai contributi di Thomas Kohlhase (che analizza con meticolosità la genesi della composizione, il soggetto e libretto, riporta la sinossi-libretto e musica-con annotazioni sui personaggi, organico strumentale e sequenza musicale-scenica con le corrispondenze librettistiche diverse, desunte dalle varie fonti ufficiali ivi compreso l’autografo del compositore) e John Warrack. Si veda altresì la voce Swan Lake nel sito accademico “Tchaikovsky Research”.