Informazioni

Programma

Franz Liszt (1811 – 1886)
Malédiction per pianoforte e orchestra d’archi R.452

Sergej Rachmaninov (1873 – 1943)
Rapsodia sopra un tema di Paganini per pianoforte e orchestra op. 43

Antonín Dvořák (1841 – 1904)
Ottava Sinfonia in Sol maggiore op. 88

Malédiction per pianoforte e orchestra d’archi R.452 di Franz Liszt
La composizione di Malediction occupò Liszt fin dal 1830 e fu oggetto, come i Concerti, di continui ripensamenti e limature fino al 1863, anche dopo, dunque, il ritiro dall’attività concertistica del compositore avvenuto nel 1849. Invano alla ricerca di un connubio tra Classicismo e spirito del Romanticismo, Malediction attesta questo tentativo attraverso soluzioni travolgenti in cui il principio della metamorfosi tematica espansa nella linea della forma ciclica presiede nella costruzione scardinando lo schema usuale in più tempi, in un unico movimento. Malediction trae il titolo dall’impressionante tema iniziale – i cui temi successivi sono definiti “orgoglio”, “lacrime – angoscia – sogni” e “burla”- e raggiunge un perfetto equilibrio tra sostanza musicale e tecnica, da una parte tra esigenze di varietà e contrasto e dall’altro di organicità.

Rapsodia sopra un tema di Paganini per pianoforte e orchestra op. 43 di Sergej Rachmaninov
Appartiene al periodo maturo del compositore russo e si colloca tra i lavori dotati di rigore formale, sconosciuto al periodo trascorso in Russia ma palesatosi negli anni della tournèe in Europa e America. Ciò è dovuto alla scelta del genere, il tema con variazioni, che impone degli stretti vincoli. Con la Rapsodia Rachmaninov rinnova una tradizione gloriosa; contiene la naturale esuberanza in ventitrè pezzi, calcati sul Capriccio n. 24 di Paganini e sfoggia una tecnica di straordinaria bellezza.

In base ad un procedimento ormai desueto, la prima variazione anticipa l’ingresso del motivo-leader, che campeggia nei quattro brani iniziali in tempo Allegro vivace. L’esposizione che segue non risponde però alla veste originale del tema e Rachmaninov non esita ad allentare i legami per dare spazio ai passaggi di pura abilità affidati anch’essi all’estro di Giuseppe Albanese. Globalmente considerata, la Rapsodia inclina alla riunione di vari effetti non solo per far emergere una tecnica esplosiva ma anche per l’approfondimento delle sonorità: ad esempio dal “pizzicato” della ventinovesima variazione al timbro soffuso della dodicesima, dall’incedere superbo della ottava alla graniticità della quattordicesima, per non parlare delle variazioni settima e decima in cui Rachmaninoiv invia un messaggio “inquietante” con l’accenno al Dies irae.

Ottava Sinfonia in Solmaggiore op. 88 di Antonín Dvořák
Tra le varie composizioni di Dvořák questa Sinfonia appartiene ad uno dei periodo più sereni e creativi del compositore, pervasi come erano da un sentimento di gioia e di serena accettazione dell’esistenza. Iniziata nell’estate 1889 fu portata a termine in novembre dello stesso anno. La prima esecuzione ebbe luogo a Praga sotto la direzione dello stesso Dvořák nel novembre 1890. Con l’Ottava il compositore volle creare qualcosa di assolutamente diverso da tutte le sue precedenti composizioni ”con pensieri individuali, elaborati in una nuova maniera” come scrisse egli stesso. Ne risultò un’opera incantata e fiabesca nella tonalità del Sol maggiore, molto inusuale per la tradizione classico-romantica. Senza perdere di vista il richiamo al canto popolare slavo, in questa Sinfonia sperimenta nuove soluzioni formali e tematiche con un ampio spazio riservato agli interventi solistici delle prime parti. Dal movimento di apertura (Allegro con brio) in tempo lento, che vede il flauto esporre il tema principale, una sorta di Naturlaut ( voce di natura), si sviluppa un impulso ricco di lirismo e festosità. Si passa poi ad un Adagio, pagina serena e tranquilla, pastorale e festoso; lo Scherzo (un valzer in sol minore) intriso di dolcezza e malinconia precede il Trio in sol maggiore su una melodia da una sua opera comica Tvrdé palicé e porta al Finale che chiude la Sinfonia.

La produzione

Direttore Roman Brogli-Sacher
Pianoforte Giuseppe Albanese

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