Informazioni

Italiano con sopratitoli in italiano e inglese

Azione teatrale per musica in tre atti di Ranieri de’ Calzabigi
Musica di Christoph Willibald Gluck

La produzione

Maestro concertatore e direttore Filippo Maria Bressan
Regia Giulio Ciabatti
Regista assistente Giovanni di Cicco
Scene, costumi Aurelio Barbato
Luci Claudio Schmid
Maestro del coro Paolo Vero

Personaggi e interpreti

Orfeo (Contralto) Laura Polverelli
Orfeo (Contralto) Rossana Rinaldi Seconda compagnia
Euridice (Soprano) Cinzia Forte
Euridice (Soprano) Larissa Alice Wissel Seconda compagnia
Amore (Soprano) Milica Ilic

Altre info

Orfeo ed Euridice (versione francese: Orphée et Eurydice) è un’opera composta da Christoph Willibald Gluck intorno al mito di Orfeo, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi. Appartiene al genere dell’azione teatrale, in quanto opera su soggetto mitologico, con cori e danze incorporati. Essa fu rappresentata per la prima volta a Vienna il 5 ottobre 1762, su impulso del direttore generale degli spettacoli teatrali (Generalspektakeldirektor), conte Giacomo Durazzo, ed aprì la stagione della cosiddetta riforma gluckiana, con la quale il compositore tedesco ed il librettista livornese (e, insieme a loro, il genovese direttore dei teatri) si proponevano di semplificare al massimo l’azione drammatica, superando sia le astruse trame dell’opera seria italiana, sia i suoi eccessi vocali, e ripristinando quindi un rapporto più equilibrato tra parola e musica. Le danze furono curate dal coreografo italiano Gasparo Angiolini, che si faceva portatore di analoghe aspirazioni di riforma nel campo del balletto, in un’epoca che vide la nascita della nuova forma coreutica del “ballet d’action”.

Dodici anni dopo la prima del 1762, Gluck rimaneggiò profondamente la sua opera per adeguarla agli usi musicali della capitale francese, dove, il 2 agosto 1774, nella prima sala del Palais-Royal, vide la luce Orphée et Eurydice, con libretto tradotto in francese, ed ampliato, da Pierre Louis Moline, con nuova orchestrazione commisurata ai più ampi organici dell’Opéra, con parecchia musica completamente nuova, con imprestiti da opere precedenti e con un più largo spazio dato alle danze.

L’opera è passata alla storia come la più famosa tra quelle composte da Gluck, e, nell’una edizione o nell’altra, o, più spesso ancora, in versioni ulteriori, ampiamente e variamente rimodellate, è stata una delle poche opere settecentesche, se non addirittura l’unica non mozartiana, a rimanere sempre, fino ad oggi, in repertorio nei principali teatri lirici del mondo.