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    • Il barbiere di Siviglia

    Il barbiere di Siviglia

    Direttore: Francesco Quattrocchi

    Spettacolo terminato

    L'opera

    Musica di Gioachino Rossini

     

    (Almaviva, o sia L’inutile precauzione)

    Dramma comico in due atti
    su libretto di Cesare Sterbini
    dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais

     

    Regia Giulio Ciabatti
    Scene Aurelio Barbato


     

    Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

     

    Personaggi e interpreti

     

    Il Conte d'Almaviva  Giorgio Misseri (10, 12, 14, 18/II) 
      Vassilis Kavayas (11, 16/II)
       
    Bartolo, dottore in medicina, tutore di Rosina  Domenico Balzani (10, 12, 14, 18/II) 
      Fabio Previati (11, 16/II)
       
    Rosina, pupilla di Bartolo Aya Wakizono (10, 12/II)
      Cecilia Molinari (11, 14, 16, 18/II)
       
    Figaro, barbiere tuttofare Mario Cassi (10, 12, 16, 18/II)
      Vincenzo Nizzardo (11, 14/II)
       
    Basilio, maestro di musica di Rosina Giorgio Giuseppini (10, 12, 18/II) 
      Gianluca Breda (11, 14, 16/II)
       
    Berta, vecchia governante in casa di Bartolo Maria Cioppi
       
    Fiorello, servitore di Almaviva Giuliano Pelizon
       
    Un ufficiale Hektor Leka
       
       
    Un Ufficiale; un Alcalde, o Magistrato; un Notaio; Alguazils,    
    o siano Agenti di polizia; Soldati; Suonatori di strumenti.  
       
    La scena si rappresenta in Siviglia.  

     

    DURATA DELLO SPETTACOLO: 3 ORE CIRCA

    Primo atto: 1 ora e 30 minuti circa
    Intervallo: 20 minuti circa
    Secondo atto: 1 ora circa

     

    Galleria fotografica

    Argomento

     

    ATTO PRIMO
    Una piazza di Siviglia, verso l’alba.

    Il Conte d’Almaviva, innamorato della bella Rosina, pupilla di Don Bartolo, entra cautamente preceduto dal suo servo Fiorello e da vari musicanti. Egli spera che un’ardente serenata gli valga almeno un cenno di simpatia da parte della fanciulla; ma tutto è inutile: Rosina non dà segno di vita. Sconfortato, il Conte licenzia i musicanti e fa allontanare Fiorello, deciso ad attendere sotto il balcone il risveglio della bella; deve però, a sua volta, nascondersi se non vuole essere scorto da un tale che si avvicina cantando allegramente. Il nuovo arrivato è Figaro, furbo barbiere, servizievole ed astuto beniamino della città. Egli – chiamato da tutti per ogni intrigo – è felice che il proprio mestiere sia così vario e redditizio. Il Conte ravvisa in lui una vecchia conoscenza; gli si rivela ed in breve convince il barbiere ad aiutarlo presso Rosina e a persuaderla alle nozze.
    Ma ecco Don Bartolo che esce di casa; da alcune parole il Conte e Figaro apprendono com’egli abbia intenzione di sposare la sua pupilla prima di sera. Allontanandosi il tutore, d’Almaviva insiste affinché Figaro scongiuri immediatamente il pericolo. Dietro consiglio del barbiere, il Conte si dichiara a Rosina, tacendo il suo nome e facendosi passare per un tale Lindoro: la ragazza questa volta risponde. Giubilante per l’inatteso successo, Lindoro approva il piano di Figaro: si travestirà da soldato (tanto più che è amico del colonnello comandante il reggimento che deve giungere a Siviglia in giornata) e, presentando un falso “biglietto d’alloggio”, otterrà di entrare in casa di Don Bartolo. Per apparire meno pericoloso fingerà una leggera ubriachezza. Rimasti così d’accordo, i due amici promettono di ritrovarsi nella bottega di Figaro; l’uno pieno di gioia per le speranze d’amore, l’altro gongolante per la prospettiva di lauti guadagni.

    Cortile della casa di Don Bartolo.
    Rosina ha ascoltato la dichiarazione di Lindoro le cui ardenti parole hanno provocato risonanza nel suo cuore: sposerà il giovane, ha deciso. E niente varrà a farle cambiare pensiero. Adesso si tratta d’intendersi col giovane e la ragazza pensa che Figaro – il quale giunge in quel momento – essendo barbiere, chirurgo, veterinario e speziale di Don Bartolo, potrà aiutarla; naturalmente Figaro non sogna di meglio; ma ambedue girano al largo prima d’impegnarsi, tastando recipro-camente il terreno. L’arrivo del tutore interrompe il dialogo. Figaro si ritira e Rosina, dopo aver risposto dispettosamente al sospettoso interrogatorio cui viene sottoposta, se ne va ella pure.
    Don Bartolo viene raggiunto da Don Basilio – ex maestro di musica che, con la scusa d’insegnare a Rosina, si fa complice del tutore nella speranza di buscar denari – e subito gli fa premura affinché le nozze con la pupilla abbiano luogo, per amore o per forza, al più presto. Don Basilio l’avverte dell’arrivo del Conte d’Almaviva in Siviglia. Don Bartolo trema all’idea che lo sconosciuto possa avvicinare la ragazza. Don Basilio gli consiglia di eliminare il giovane a mezzo della calunnia; ma Don Bartolo preferisce stendere subito il contratto nuziale: penserà poi egli stesso a mettere in salvo la moglie dalle mire degli zerbinotti. I due escono, Figaro, che tutto ha udito, s’introduce cautamente: a Rosina sopraggiunta, rivela le mire del vecchio tutore. Ma la ragazza non si spaventa e preferisce sapere chi sia il giovane che, in strada, parlava con Figaro all’alba. Figaro le dice trattarsi di un suo cugino studente. Essa, con ingenue ma astute domande, riesce ad avere conferma dell’amore del giovane e a sapere che egli attende un biglietto d’incoraggiamento. La bricconcella finge di esitare, fa la vergognosa, finché, alle istanze di Figaro, mostra il biglietto già preparato in precedenza. Figaro ammira la furberia della giovane e parte contento. Chi lo è meno è Don Bartolo che, rientrando, s’accorge che Rosina ha un dito macchiato d’inchiostro, nota poi che manca un foglio dalla scrivania e che è stata temperata la penna. Non valgono le abili scuse di Rosina: egli sospetta, e, minacciando di richiuderla, esce inviperito. Rosina, sicura di potergliela fare in barba quando vuole, non si angustia ed entra nelle sue stanze.
    Ed ecco arrivare il Conte, vestito da soldato di cavalleria, in preda a falsa ubriachezza. Così può burlarsi della rabbia di Bartolo, accorso alle sue grida, che, nonostante l’esibizione del falso “biglietto d’alloggio”, non vuole saperne di ospitarlo in casa sua. Al frastuono, sopraggiunge Rosina cui il Conte si rivela ed alla quale, tra mille astuzie per eludere la gelosa attenzione del tutore, riesce a consegnare una lettera. Ma il giuoco non illude il vecchio che, pur cercando un foglio in suo possesso che lo esonera dal dar ricetto a militari, ha veduto giusto. Pretende che la carta gli venga consegnata; ma Rosina la cambia abilmente con la lista del bucato, sì che Don Bartolo è burlato una volta di più. La sua collera si riversa su quell’insolente soldato ubriaco che vuol rimanere ad ogni costo; invoca soccorso in modo da far accorrere un ufficiale, seguito da soldati. Figaro, vedendo che le cose si mettono male, si precipita a cercar di calmarlo fingendo di minacciare Lindoro. I due continuano a litigare incolpandosi vicendevolmente; ma quando il Conte si sente intimare l’arresto, prende a parte l’ufficiale e gli mostra una carta di fronte alla quale quegli non può che inchinarsi e far ritirare i soldati. I presenti commentano il fatto, sbalorditi, mentre il Conte e Figaro ridono soddisfatti.

     

    ATTO SECONDO
    Studio in casa di Don Bartolo.

    Don Bartolo è angustiato: ha fatto ricerche ovunque, ma al reggimento nessuno conosce il soldato ubriaco. Che sia un emissario del Conte d’Almaviva venuto ad insidiare la ragazza? Alcuni colpi battuti alla porta lo distolgono dai tristi pensieri. Entra il Conte, travestito da maestro di musica, il quale assicura di essere Don Alonso, allievo di Don Basilio ammalato e da quest’ultimo mandato a sostituirlo nella lezione. Don Bartolo non si fida: quella faccia non gli è nuova. Allora il Conte ricorre, suo malgrado, ad un mezzo rischioso ma decisivo; egli mostra il biglietto consegnatogli da Rosina, finge di averlo intercettato, mentre era diretto al Conte d’Almaviva, per farsene un merito con lo stesso Don Bartolo e gli suggerisce di servirsi di quel foglio per calunniare l’innamorato presso la sua bella… La calunnia! Don Bartolo riconosce la scuola di Don Basilio e non diffida più: egli stesso va a chiamare Rosina che frena a malapena la sua gioia nel riconoscere Lindoro. Fingendo di far lezione di musica, e mentre il tutore sonnecchia, i due hanno modo d’intendersi perfettamente; però il giovane non fa in tempo ad avvertire la ragazza che il biglietto adesso si trova nella mani del vecchio. Intanto sopraggiunge Figaro che, con la scusa di far la barba a Don Bartolo, nasconde i due che amoreggiano; abilmente riesce anche a prender la chiave del balcone di Rosina. L’improvvisa comparsa di Don Basilio, che non è affatto malato, rischia di rovinar tutto; ma i tre giovani gli si fanno attorno impaurendolo, convincendolo che deve sentirsi male, che deve correre a letto perchè ha una faccia cadaverica: Lindoro gli fa scivolare in mano una borsa gonfia di denaro; questo convince Don Basilio. Figaro riprende a servire Don Bartolo mentre i due innamorati decidono di fuggire a mezzanotte per andare a sposarsi. Lindoro vorrebbe avvertire Rosina in merito al biglietto; ma Don Bartolo, che ha colto una frase rivelatrice, capisce che il giovane è travestito, incomincia a gridare e tutti se ne vanno per evitare guai maggiori. Don Bartolo fa chiudere le porte e corre egli stesso a mettersi di guardia all’ingresso poiché non si fida più nemmeno della domestica Berta; la quale non può trattenersi dal commentare tutte le sciocchezze che avvengono in casa a causa dell’amore.
    Don Bartolo ha potuto rintracciare Don Basilio e da lui viene a sapere che il sedicente Don Alonso gli è completamente sconosciuto e che sospetta si tratti dello stesso Conte d’Almaviva. Il che induce il vecchio innamorato ad esigere le nozze con Rosina per la stessa sera. Don Basilio avverte che ciò non sarà possibile giacchè il notaio la sera deve unire in matrimonio una nipote di Figaro; ma Don Bartolo sa che Figaro non ha nipoti, subodora un nuovo inganno e manda immediatamente il maestro di musica a chiamare il notaio affinchè lo unisca alla pupilla. Indi, attuando un piano che dovrebbe convincere la ragazza, mostra a Rosina il biglietto che essa diede a Lindoro e le dice che questi non l’ama ma che vuole, invece, gettarla nelle potenti braccia del Conte d’Almaviva. Rosina, insospettita, cade nelle reti, e per vendetta, decide di sposare il tutore e gli confessa che di lì a poco Lindoro e Figaro devono rapirla. Don Bartolo le dice di chiudersi in camera mentre egli andrà a chiamare i gendarmi ai quali consegnerà i due, facendoli passare per ladri. Appena Don Basilio è uscito, dalla finestra s’introducono Figaro e il Conte che rimangono esterrefatti dall’accoglienza di Rosina che respinge Lindoro e lo accusa di volerla sacrificare alle brame del Conte. Ma Lindoro le confessa di essere egli stesso il Conte d’Almaviva e le dice tutta la sua gioia nel sapersi tanto amato senza che il suo ceto abbia influito sui sentimenti ch’ella dimostra; dalla finestra ha veduto due persone introdursi in casa: bisogna fuggire subito! Si precipita alla finestra, ma una sgradita sorpresa li attende: la scala è stata tolta! Ormai bisognerà affrontare gli eventi. Ecco Don Basilio ch’entra cautamente cercando Don Bartolo ed introducendo il notaio. Figaro approfitta subito di tanta fortuna: presenta al notaio Rosina ed il Conte dicendogli che sono gli sposi che deve unire. Le obiezioni di Don Basilio vengono vinte dall’offerta di un prezioso anello da un lato e dalla minaccia di una pistola dall’altro. Cosicchè il volpone firma, insieme con Figaro, quale testimone e i due giovani sono finalmente marito e moglie.
    Sopraggiunge Don Bartolo accompagnato da un ufficiale e da alcuni soldati per arrestare il Conte e Figaro, credendo che Rosina sia ancora disposta a sposare lui: quando apprende che non c’è più nessuna speranza, si dà alla disperazione, accusa tutti, indica il Conte come un ladro, sperando che lo arrestino; ma questi rivela il suo grado e il suo titolo. Don Bartolo smania ancora; ma, finalmente, sentendo che il Conte gli lascia in regalo la dote di Rosina cede al fatto compiuto e si rassegna. La vicenda si conclude così nel giubilo generale.

     

    Locandine e Allegati

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